Sesta domenica di Quaresima – Domenica delle Palme

É una festa molto significativa quella che si celebra oggi.
E la Liturgia non é certo avara di segni e di Parole.
La Pasqua dei Giudei si avvicinava e molti salivano a Gerusalemme per purificarsi prima della festa.
E anche Gesù é atteso. E  arriva facendosi trasportare seduto sul dorso di un puledro d’asina. 
E la folla lo osanna come re d’Israele stendendo sul percorso rami di palma.
É un trionfo che peserà sul potere politico che accuserà Gesù di essersi proclamato re dei Giudei.
Ma Gesù é un re mite. 
La gloria e l’umiltà: i due termini che caratterizzano questa festa.
Ma la gloria,  Gesù la rende a Dio che rivela ai piccoli e ai poveri la verità e la nasconde ai sapienti e ai dotti.
La sua mitezza si rivelerà anche nei giorni seguenti invitando gli Apostoli alla sobrietà, alla misericordia, alla preghiera.
Consapevole della sua imminente Passione invita i suoi a vegliare in ogni momento pregando perché abbiano la forza di sfuggire a tutto quello che accadrà…

“Vegliate e pregate per non entrare in tentazione”… Ma i discepoli dormono.
E l’invito di Gesù é rivolto anche a tutti noi.
Proprio in questa settimana, che la liturgia Ambrosiana definisce “Autentica”, dovremo impegnarci a vivere da autentici cristiani partecipando attivamente e immedesimandoci nella Passione di Cristo.

Vegliare significa tenere gli occhi bene aperti perché le tentazioni in questo tempo sono tante, subdole ed estremamente pericolose.

Non dobbiamo “dormire” di fronte agli attentati alla vita che quotidianamente si perpetrano e che l’idolatria del pensiero unico li giustifica come diritto alla libertà….

Dobbiamo vigilare e testimoniare con forza ed audacia che ” i figli sono persone da accogliere e non l’oggetto di una pretesa resa possibile dal progresso scientifico”.

Dobbiamo vigilare e soprattutto pregare perché i nostri figli e i figli dei nostri figli continuino a vivere con gioia e con  amore in famiglie in cui si senta risuonare il dolce suono dtelle parole più tenere del mondo: ” mamma e papà”.

GR. CPP